daniele pedroni
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La storia del borgo e del Castello più propriamente denominato “Palazzo Torlonia” è densa di vicende che ne hanno trasformato l’aspetto nel corso dei secoli. Pur senza confermare la tesi del principe Don Alessandro che Ceri sia il sito dell’antica Cerveteri, è inconfutabile che gli etruschi vi fossero presenti sin dalle origini della loro civiltà, e un muro in laterizio, testimonia la presenza dei Romani. Dopo la caduta dell’impero Romano sopraggiunse un lungo abbandono tra il IV e l’XI secolo. Il martirio di S.Felice si vorrebbe avvenuto nelle campagne ceretane. Dal 1200 ad oggi la storia di Ceri non presenta zone d’ombra; ai Normanni subentrarono gli Alberteschi e successivamente, gli Orsini conti dell’Anguillara questi ultimi tennero il feudo per quasi due secoli, durante i quali Ceri vide sorgere il Palazzo signorile. Nell’anno 1503 il piccolo borgo, dopo 38 giorni di disperata resistenza all’assedio del duca Valentino Cesare Borgia, venne raso al suolo e Giulio Orsini dovette cedere le armi. Nel 1527 Lorenzo degli Orsini-Anguillara, detto Renzo di Ceri ricevette, per aver difeso Roma dall’assalto dei lanzichenecchi il feudo di Bieda una sua nipote Porzia maritò la propria figlia Olimpia a Federico duca di Acqua Sparta. A suo figlio Andrea, sul finire del 1500, giunse in eredità Ceri, nel frattempo eretta a Ducato. Nel 1657 Ceri passò ai conti Borromeo come dote di Giovanna Cesi andata in sposa a Giulio Cesare Borromeo. Nel 1678 venne venduto ai principi Odescalchi, nel 1712 di nuovo ai Borromeo e da costoro dopo quattro anni al duca Giuseppe Serra. Nel 1721 ritorna agli Odescalchi. Nel 1833 Don Alessandro Torlonia acquista Ceri . Il borgo e l’antico palazzo vennero radicalmente rimaneggiati, molte case demolite per creare la grande piazza al centro del borgo, e per dare spazio al nuovo giardino annesso al Palazzo, costruita la nuova cinta muraria merlata a delimitare il giardino pensile, inglobandovi finti cannoni in ghisa per accentuare l’immagine difensiva del borgo, conformando l’intervento ad uno stile architettonico tardo romantico assai diffuso ed di moda in quegli anni che ad una reale esigenza difensiva ormai priva di ragione. Il castello è costituito da un edificio principale con pianta a forma di ‘L’, i cui lati esterni che affacciano rispettivamente sulla piazzetta detta dell’Immacolata e lungo la strada di accesso al borgo. In alcuni ambienti di questo piano si trovano decorazioni eseguite con la tecnica dell’affresco riconducibili all’epoca di costruzione dell’edificio, in alcuni casi sono state coperte con nuove decorazioni più tarde (sec.XIX) dai successivi proprietari Torlonia. Nella fascia decorata con gli affreschi più antichi situati nella parte alta delle pareti di un ambiente del piano nobile, ritroviamo all’interno di alcuni riquadri, raffigurazioni di antichi paesaggi ed edifici che costituiscono una testimonianza dello stato dei luoghi circostanti all’epoca in cui operarono gli artisti decoratori. Queste interessanti pitture murali non sono in ottimo stato di conservazione, necessiterebbero quindi di un opera di restauro. L’edificio principale è parzialmente fondato direttamente sul banco tufaceo e in parte su di una struttura a volta in muratura mista. Da tale ambiente formato da questa struttura parzialmente sotterranea si accede direttamente sino al livello stradale a fianco della porta principale di accesso al borgo, per mezzo di una scala a chiocciola parzialmente scavata nel tufo. Dalla quota del giardino e per tutti i piani superiori, i solai sono in legno con cassettoni decorati in buono stato di conservazione. I piani sono collegati tramite una scala principale a pianta quadrata e da due altre scale di servizio. La struttura del tetto è costituita da capriate in legno e il manto di copertura è costituito da tegole alla romana. I pavimenti sono tutti in cotto, salvo buona parte di quelli del piano terra al livello giardino che sono in maiolica decorata a motivi geometrici.